Centro Servizi Culturali UNLA di Oristano

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Storia di un uomo magro

Giorno della memoria 2019: Monologo STORIA DI UN UOMO MAGRO

 

Storia di un uomo magro

Storia di un uomo magro

Giovedì 31 gennaio 2019 ore 18 – Sala Centro Servizi Culturali UNLA Oristano

La Fondazione di Sardegna e l’associazione Malalingua, in collaborazione con il Centro Servizi Culturali di Oristano presentano

STORIA DI UN UOMO MAGRO
Liberamente tratto da Il forno e la sirena di Giacomo Mameli

Scritto, diretto e interpretato da Paolo Floris

La grande storia è fatta di tante piccole storie, storie di piccoli paesi e di piccoli uomini, resi grandi dalla sofferenza e dalla drammaticità degli eventi bellici.
STORIA DI UN UOMO MAGRO è la storia di uno di loro…magro e povero “che vive in un paese povero, con gente che vive in case povere, senza luce”.
Magro… ma non troppo magro per partire e “andare a fare la guerra”. Magro ma non così magro per imbracciare un fucile e andare in Jugoslavia; una missione semplice, avevano detto, che però si trasforma presto in un inferno: neve e gelo con le scarpe di cartone a combattere una guerra persa in partenza. L’armistizio dell’8 settembre sembra ridare speranza. E invece Vittorio, sempre più magro, da soldato si trasforma in prigioniero di guerra. E dalla Jugoslavia viene portato in Germania. Storia di un uomo magro è la storia di un piccolo grande eroe italiano, sardo, magro, ma non così magro da essere bruciato in un forno dai tedeschi. Questa è la storia di un uomo magro che resterà vivo per due chili.
E’ una pagina di storia rimasta a lungo dimenticata nel dopoguerra, perché gran parte dei sopravvissuti, nella disperata volontà di voler cancellare ogni ricordo, ha tenuto per sé tutte le sofferenze patite.

Oggi, Vittorio Palmas noto Catzai, ha 105 anni, e le sue peripezie sono state raccolte dallo scrittore e giornalista Giacomo Mameli nel libro Il forno e la sirena da cui il giovane attore sardo Paolo Floris ha tratto il suo monologo, dalla narrazione leggera nonostante il contenuto drammatico. Sempre solo in scena, racconta la vita di Vittorio sfiorando lo stile fiabesco, “utilizzando” la sua testimonianza per raccontare la storia di tanti uomini comuni, che la violenza della loro esperienza ha trasformato in eroi. E come in qualsiasi favola che si rispetti, STORIA DI UN UOMO MAGRO ha un dolce lieto fine, che non toglie però drammaticità alla realtà che è stata vissuta dai nostri nonni.
La memoria rimane se viene raccontata, così ha fatto Vittorio Palmas, così ha fatto Giacomo Mameli attraverso il suo libro e così ha fatto, tramite il palcoscenico, Paolo Floris.
La forma dello spettacolo è quella del teatro di narrazione.

PAOLO FLORIS, classe 1985, ha studiato a Cagliari presso la Scuola d’arte drammatica AKROAOMA e a Roma presso FONDAMENTA – la Scuola dell’Attore in cui si diploma nel 2013. All’esterno del percorso accademico ha affrontato percorsi formativi con: Giancarlo Sammartano, Ascanio Celestini, Marco Baliani, Julia Varley, Andrea Pangallo, Luciano Colavero, Giancarlo Fares, Simeone Latini.
Studia il genere della narrazione teatrale frequentando il laboratorio permanente di teatro di narrazione a Roma diretto da Giancarlo Fares e portando in scena quattro spettacoli di cui è anche autore e regista (ERA PARTITO PER FARE LA GUERRA (regia di Sara Valerio), UN UOMO MORTO E’ UN UOMO MORTO, STORIA DI UN UOMO MAGRO, GRAMSCI SPIEGATO A MIA FIGLIA).
Dal 2015 si specializza nell’utilizzo, nella teorizzazione e nella messa in scena della maschera latina integrale con le commedie plautine. Elementi unici in tutta Italia.
A partire dal 2008 è protagonista di vari cortometraggi, lavora per la televisione e per il web, è interprete in numerose opere teatrali. Nel 2013 fa parte del cast del film L’ARBITRO, di Paolo Zucca, che viene presentato alle “Giornate degli autori” alla 70esima Mostra del cinema di Venezia. Nello stesso anno vince il primo premio al Festival nazionale Cagliari Teatro in corto con il corto teatrale IL MIO COMPLEANNO e il primo premio al Festival della drammaturgia italiana Schegge d’autore con I LEONI NON SI ABBRACCIANO, per il quale riceve anche il premio speciale della giuria al festival Drammaturgica 2014 a Roma.
Da Gennaio 2015 conduce laboratori di animazione teatrale e lettura espressiva nei vari ordini di scuole.
Collabora dal 2016 con l’associazione culturale CASA MUSEO ANTONIO GRAMSCI e gestisce un laboratorio teatrale sulla vita e le opere di Antonio Gramsci con gli allievi della scuola secondaria di I grado dell’istituto comprensivo Delogu di Ghilarza.
Dall’incontro con Giacomo Mameli e Ascanio Celestini nasce, nel 2017, lo spettacolo STORIA DI UN UOMO MAGRO, presentato in prima nazionale all’Università Luiss Guido Carli di Roma.
Nel 2016 e 2017 è stato direttore artistico del festival culturale TEATRANDO A CORTE, Norbello ( OR ).
Nel 2018 ha organizzato la rassegna CONVERSAZIONI DI SCENA presso il Teatro Villa Pamphilj a Roma.
Attualmente lavora con la compagnia romana FONDAMENTA TEATRO E TEATRI, con la quale ha portato in scena le commedie Plautine il CARTAGINESE, il PERSIANO e LA MOSTELLARIA, e la tragedia Euripidea ORESTE, sotto la direzione artistica di Giancarlo Sammartano.
E’ direttore artistico dell’Ass. Culturale PANE & CIOCCOLATA, Paulilatino ( OR ).

GIACOMO MAMELI, (Perdasdefogu 1941), giornalista, scrittore, direttore del mensile Sardinews. Laureato in Sociologia, alla Scuola superiore di giornalismo di Urbino ha discusso la tesi con Paolo Fabbri (“Quattro paesi, un’isola”). Ha lavorato all’Unione Sarda, collabora con La Nuova Sardegna, ha condotto per vent’anni programmi tv “Facciamo i conti” e “Quelli che fanno” su Videolina, “Ma però” su Sardegna 1. Per la Rai conduce su Radio 1 il settimanale “In famiglia” (venerdì ore 12.30). Per due anni (1991-1992) è stato addetto stampa del ministro degli Esteri. Insegna Teoria e tecnica della comunicazione nelle scuole superiori, docente a contratto con l’Università di Cagliari, facoltà di Scienze politiche (Master in Comunicazione nella pubblica amministrazione) e alla facoltà di Lingue (laboratorio di giornalismo).