Centro Servizi Culturali UNLA di Oristano

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Nascere e morire: memorie di parto e fine del mondo Un ricordo di Luisa Orrù e di Ernesto De Martino

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Venerdì 23 novembre 2018 ore 17 – Sala Centro Servizi Culturali UNLA Oristano

Nascere e morire:
memorie di parto e fine del mondo
Un ricordo di Luisa Orrù e di Ernesto De Martino

Presentazione della rivista LARES
(Anno LXXXIV n. 1 – Gennaio-Aprile 2018)
(Olschki)

Interventi di:
Pietro Clemente
Giacomo Mameli
Fulvia Putzolu
Eleonora Todde
Marcello Marras

Lettura:
Voci di ostetriche condotte
con Fulvia Putzolu e Rita Atzeri

La presentazione del n.1 del 2018 di Lares. Quadrimestrale di studi demoetnoantropologici (editore Olschki) è legata ad alcuni aspetti speciali di questo numero. Quello principale è che la rivista ricorda gli studi di Luisa Orrù, una antropologa della scuola sarda di studi, legata a Alberto Mario Cirese e Enrica Delitala, morta 20 anni fa. Luisa aveva studiato tanti temi della cultura popolare sarda per poi approfondire soprattutto il ruolo femminile, i saperi naturalistici, il parto. Faceva ricerca documentando con il registratore storie e punti di vista dei testimoni ed ha lasciato un importante Archivio di documenti orali (ASDALO). Nel numero di Lares l’archivio e la ricerca sulle ostetriche condotte in Sardegna sono al centro della riflessione. Sono temi che, già avviati in un Convegno tenutosi a Cagliari l’anno scorso, si collegano al presente e ai nuovi mondi del parto e della nascita.
Ma il numero di Lares contiene anche vari saggi sulla pubblicazione in Francia del libro postumo La fine del mondo di Ernesto De Martino, che è anche una edizione rivista rispetto a quella italiana del 1977 e che fa molto discutere gli studiosi. Anche De Martino come e prima di Luisa Orrù, insegnò a Cagliari, e quindi su Lares si incontrano due pezzi della storia dell’Università cagliaritana.
In questo numero della rivista, che festeggia il suo 106 anno di vita, c’è un altro segno di vitalità, il passaggio della direzione da Pietro Clemente, che la gestiva dal 2003 a Fabio Dei studioso di un’altra generazione cui tocca ora portare nel futuro questa rivista longeva: la più antica delle riviste di Antropologia ancora attive.