Centro Servizi Culturali UNLA di Oristano

Dal 1967 aperti al territorio come spazio in cui la cultura è per tutti e ognuno partecipa a creare cultura tramite l’incontro con gli altri.

Seguici su
Down the Road Africa e Blues, andata e ritorno

Down the Road Africa e Blues, andata e ritorno

Down the Road Africa e Blues, andata e ritorno

Down the Road Africa e Blues, andata e ritorno

Venerdì 8 luglio ore 21,00 – Centro Servizi Culturali UNLA Oristano
Il Giardino del Centro 2016 – Migrazioni
La terza barchetta approda al porto
Migrazioni musicali: Down the Road Africa e Blues, andata e ritorno a cura di Diego Pani (etnomusicologo – musicista)

Down the Road. Africa e Blues, andata e ritorno “Come ogni altro sviluppo innovativo, il genere del XIX e XX secolo che verrà denominato blues fu il risultato di una catena di fattori determinanti, in rapporto di causa ed effetto, che possono essere fatti risalire a epoche e luoghi diversi, finché le tracce stesse svaniscono nell’anonimità della storia priva di fonti. Noi partiremo dalla nozione che non esiste qualcosa che possa essere denominato ‘radici’ del blues, ma che il blues americano fu il logico sviluppo di processi specifici di interazione culturale tra i discendenti africani negli Stati Uniti tra il XVII e il XIX secolo, in determinate condizioni economiche e sociali” (Kubik 2007:20).
L’antropologo ed etnomusicologo Gerhard Kubik, nell’introdurre il suo seminale lavoro “L’Africa e il Blues”, si guarda bene dal dichiarare una netta “radice africana” della musica afroamericana, definizione spesso abusata da chi ne scrive, parla, suona. Certo è che, se c’è una storia di blues che scorre tra le strade degli Stati Uniti, dal sud al nord di questo sconfinato paese, si deve comunque parlare di questa musica facendo riferimento al viaggio compiuto da milioni di persone attraverso l’oceano Atlantico, dall’Africa agli Stati Uniti, quando intere etnie verranno condotte con la forza dai territori africani alle colonie nord americane, parti inconsapevoli di uno dei capitoli più bui della storia dell’uomo sulla terra: la schiavitù. Dall’incontro forzato tra le musiche, le storie, le culture dei popoli africani, il territorio americano e la cultura “obbligatoria” importata dagli europei, nascerà una musica nuova, destinata a diventare uno dei fenomeni culturali più importanti di sempre, il Blues. Attraverso gli scritti, le parole, e soprattutto gli esempi musicali raccolti sul campo tra Africa e Stati Uniti da studiosi come Gerhard Kubik, David Evans e Alan Lomax, è possibile costruire una guida all’ascolto che cristallizzi l’attenzione dell’ascoltatore su precisi elementi costitutivi della musica afroamericana, dalla strumentazione fino all’immaginario lirico, restituendo quei caratteri propri entro cui si è evoluto il viaggio musicale di un intero popolo, fatto di trasformazione, adattamento, creazione culturale e artistica. Un viaggio d’andata, ma anche uno di ritorno: quello compiuto dal blues in Africa, quando, a partire dagli anni ’50 del ‘900, questa musica ha cominciato ad essere reinterpretata dai musicisti africani, sia in ambienti urbani che in villaggi sperduti, fino alla creazione di una nuova “etichetta”, un nuovo marchio con cui definire uno stile, tuttora ampiamente ascoltato in tutto il mondo: il blues africano. Un viaggio andata e ritorno, in musica.

Diego Pani è un etnomusicologo, musicista e produttore musicale sardo. Laureato in Musicologia (Università di Milano, 2015) ed Etnomusicologia (Conservatorio di Cagliari, 2011), collabora abitualmente con l’Università di
Cagliari ed è coinvolto in diversi progetti di ricerca sulla musica e i media studies, avendo spesso focalizzato il proprio interesse verso l’analisi delle dinamiche di apprendimento, produzione e diffusione della musica da parte di giovani generazioni di musicisti, sia negli ambienti della musica tradizionale della Sardegna che della popular music. Agli impegni di ricerca affianca quelli musicali tra le fila dei King Howl, band heavy blues con cui gira l’Europa esibendosi come cantante e armonicista in numerosi club e festival. Inoltre, dal 2008 gestisce l’etichetta indipendente Talk About Records, con cui pubblica dischi ed organizza concerti di band e artisti singoli di Blues e Rock’n’Roll.